"Sei gradi di separazione"

Emanuele Becheri, Luca Lupi, Beatrice Meoni, Paolo Meoni, Fabrizio Prevedello, Eugenia Vanni e opere del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe del Comune di Santa Croce sull’Arno

a cura di Ilaria Mariotti
12.11.2011 – 08.12.2011
inaugurazione: 12.11.2011

Sei gradi di separazione vede la messa in dialogo dell’opera di artisti contemporanei con alcune opere del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe del Comune di Santa Croce sull’Arno, generando una “vicinanza” o di tipo formale o di contenuti o per modalità operative o per suggestioni.

Il titolo della mostra cita la “teoria del mondo piccolo”, ipotesi formulata nel 1967 dal sociologo Stanley Milgram – anticipata nel 1929 in un racconto dello scrittore ungherese Frigyes Karinthy.

L’assenza di segno volontario nel video Glas di Emanuele Becheri propone allo spettatore, nell’affrancarlo dal cercare e comporre segni, una finestra di percezione ampia, un margine di interpretazione che si svincola dalla materialità dell’opera e dall’intenzionalità del gesto per porre quesiti sul tempo di realizzazione e tempo di percezione.

Nei trittici di Luca Lupi l’opera si fa doppiamente di luce riguardo al contenuto e riguardo al mezzo e diventa una sperimentazione sulla casualità, sulla percezione e sullo scorrere del tempo.

Eugenia Vanni, artista che lavora sulla complessità della costruzione dell’immagine realizzata con tecniche diverse e sull’idea di incisione quale scultura, è presente in mostra con due stampe calcografiche da taglieri domestici e una scultura.

Le sculture di Fabrizio Prevedello delimitano rifugi, ripari fragili a confronto di una natura che si suppone potente e che viene restituita attraverso una sintesi degli elementi basilari. I suoi lavori si relazionano di volta in volta con lo spazio inglobando tutta quella parte progettuale che è significativa nel confronto e nella relazione con il contesto.

Paolo Meoni presenta due stampe fotografiche e un video: le prime, dal titolo Stream e che fanno parte di una serie più ampia, si mostrano quali collages di negativi/positivi scansionati che generano un’immagine nuova. La visualizzazione di linee prospettiche, nella complessità del movimento all’interno di contesti urbani, è significativa nel video Unità residenziale di Osservazione.

Le Talee di Beatrice Meoni utilizzano i libri come supporti, indipendentemente dal contenuto. Da essi germinano piccole architetture, paesaggi dai confini non perfettamente percepibili, forme. Linguaggi verbali e visivi si sovrappongono prendendo strade alternative, il secondo non necessariamente illustrazione del primo. L’oggetto libro diventa spazio e paesaggio. Accanto alle talee un piccolo lavoro che parte da un’immagine fotografica.

Queste presenze si mescolano alle opere della collezione del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe: i disegni di Renato Santini (Viareggio, 1912-1995), esilissime architetture di reti stese sulla spiaggia della Versilia o riflessioni su edifici abbandonati; le corpose maniere nere di Alberto Rocco; le acquaforti a più colori di Edgardo Abbozzo, due taccuini di schizzi e alcuni disegni di Mino Rosi, i segni di Lorena Pedemonte Tarodo.