a cura di Ilaria Mariotti
16.10.2021 – 28.11.2021
inaugurazione: 16.10.2021
Alfredo Bosco. "Aree di crisi"
Se dal febbraio 2020 la pandemia da Covid-19 è stata la fonte di preoccupazione principale che ha devastato le nostre vite e impegnato i nostri pensieri il numero delle vittime, la crisi economica e sociale sono andate a sommarsi, in alcuni paesi, a realtà già profondamente provate da guerre, violenze, disastri ambientali.
La mostra Aree di crisi documenta alcune delle situazioni più calde che, a livello globale, rendono la vita delle persone estremamente difficile, dove la vita è messa quotidianamente a rischio e la libertà individuale costantemente e drammaticamente limitata.
Alfredo Bosco è un fotografo freelance ed è contributor dell’agenzia Luz di Milano. I principali temi d’indagine della sua ricerca fotografica in qualità di autore di fotoreportage sono problematiche sociali e crisi geopolitiche che lo portano a lavorare nelle zone più conflittuali e tormentate del mondo.
Per Aree di crisi l’autore mette a fuoco i conflitti e le devastazioni di tre aree geografiche: Haiti, il terremoto del 2010 che hanno fatto registrare oltre 200mila vittime, coinvolto oltre 3 milioni di persone e l’epidemia di colera immediatamente successiva; il Donbass, nell’est dell’Ucraina, e la guerra civile (un progetto a lungo termine questo, che Bosco porta avanti dal 2014); lo stato messicano del Guerrero martoriato dalla guerra e dalla droga.
Di Haiti le immagini mostrano la devastazione delle strade della capitale Port au Prince, le violenze e le ruberie, le scorribande di gang locali, le rapine, la prostituzione nei campi profughi.
La guerra civile che lacera dal 2014 la regione del Donbass nell’Ucraina Orientale ha profondamente modificato la vita delle persone che hanno trovato rifugio in dormitori e bunker di epoca sovietica e che spesso vivono in appartamenti condivisi da più nuclei familiari. Nelle miniere illegali in rovina di Torez, migliaia di minatori di carbone rischiano la vita ogni giorno per salari con i quali a malapena provvedono alle loro famiglie.
Lo stato messicano di Guerrero che ha la più alta concentrazione di campi seminati di papavero da oppio del Messico è ostaggio di numerosi gruppi armati che si contendono il controllo della produzione e del traffico della droga.
Gli abitanti, sfiniti dalla mancanza di sicurezza, hanno spesso abbandonato le loro case: i pueblos fantasmas sono villaggi abbandonati o dove gli abitanti sono misteriosamente svaniti nel nulla.
Non è raro che I gruppi di autodifesa, costituiti da civili armati, ingaggino anche bambini che talvolta si uniscono alla polizia comunitaria, addestrati come adulti.
Le fotografie di Bosco si susseguono a raccontare storie di popoli e di persone, alternando intensi ritratti a campi più larghi e d’insieme, fotografie più statiche ad attimi colti nella loro dinamicità e drammaticità insieme.
- Marta Roberti
Cose che non accaddero mai ma che sempre sono
- Chiara Camoni
Autoritratto (una luna) e altre storie
- Alessandro Squilloni
2020 Santa Croce sull'Arno. Frammenti di una città cosmopolita
- Manuele Vestri
Santa Croce Dream. Sogno ad Occhi Aperti
- Alfredo Bosco
Aree di crisi
- Francesco Carone
L'inconsolabile
- Zhanna Kadyrova
"Animalier", per Arte - impresa - territorio
- Gustavo Giulietti
La donazione al Gabinetto Disegni e Stampe
- Eugenia Vanni
La pittura intorno. Tela su stoffa
-
José Yaque
"Alluvione d’Arno" per Know-how / Show-how
-
Elena El Asmar Concetta Modica
Segni per far fiorire vasi
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Ornaghi & Prestinari
"Stille” per Out of the box. Arte - impresa – territorio
- Loris Cecchini, Giovanni Ozzola
Sistemi di visione / Sistemi di realtà
- Vittorio Cavallini
"Io penso, io sono" per Così lontano così vicino #4
- Chiara Camoni
La Ninessa e altre Creature
- Fabio Cresci, Pantani - Surace
Cosi lontano, così vicino #2
- Irena Lagator Pejović
Società a responsabilità limitata (S.r.l.)
- Gianluca Sgherri, Enrico Vezzi
I minimi termini del racconto / Prokudin-Gorskij Project
- Massimo Ricciardo e Nathalie Nienkemper
Cartoline e carabaccia